Isole Egadi: un mare di bellezza da scoprire in 7 modi

Infinite sfumature di blu su cui si adagiano bianche rocce di tufo che nel tempo assumono calde tonalità giallo-ocra, creando un magnifico contrasto che esalta entrambi gli elementi, il mare e la terra; misteriose grotte che si susseguono lungo il perimetro delle coste intervallandosi ad insenature ed anfratti; una tradizione secolare che ha fatto del tonno il protagonista indiscusso di questi mari: siamo nell’arcipelago delle Egadi, dove semplicità e bellezza si fondono, lasciando senza fiato chiunque vi approdi.

Situate a largo di Trapani e Marsala a pochi km dalla costa nord-occidentale siciliana, Favignana, Levanzo e Marettimo si affacciano su acque cristalline dalle incredibili gradazioni di azzurro che richiamano alla memoria mari caraibici. Ed è certamente quest’immediata e dirompente bellezza del mare ad accomunare le tre isole, attirando ogni anno moltissimi visitatori in cerca di indimenticabili bagni.

Favignana, la “farfalla sul mare”, come fu poeticamente ribattezzata dal pittore Salvatore Fiume negli anni ’70 per la sua morfologia caratterizzata da due grandi “ali” pianeggianti separate verticalmente dal Monte S. Caterina, è l’isola più frequentata delle Egadi non solo per la sua vicinanza alla terraferma, ma soprattutto per la straordinaria accessibilità delle sue meravigliose spiagge e l’ampia offerta ricreativa con molti ristoranti e locali dislocati su tutta l’isola.

A caratterizzare l’economia e il paesaggio di Favignana sono state per lungo tempo le cave di tufo, una pietra largamente utilizzata nel settore dell’edilizia. Oggi, sebbene, l’attività estrattiva sia stata abbandonata e soppiantata dal più redditizio turismo, le cave di tufo sono diventate uno degli elementi più affascinanti del territorio grazie alla loro trasformazione in bellissimi giardini ipogei. Al loro interno vigneti, orti e flora autoctona si sviluppano in “serre naturali” al riparo dal vento e dalla salsedine. L’antica arte dei “pirriatori” (tagliapietre) rivive, così, in questi giardini incantati dove natura e opera dell’uomo trovano nuove e più sostenibili forme di coesistenza.

Se il successo della brulla Favignana si deve principalmente alla semplicità di accesso alle sue bellissime spiagge, poco frastagliate e facilmente raggiungibili, il fascino della verdissima Marettimo, il cui nome deriverebbe dall’abbondante presenza di timo selvatico sull’isola, si cela nella sua natura rigogliosa e solitaria. L’isola si presenta come un’imponente montagna a picco sul mare, ricoperta da una vegetazione lussureggiante con numerose sorgenti d’acqua, boschi di pini e oltre 500 specie di macchia mediterranea. Sotto le bianchissime falesie dolomitiche si nascondono calette e grotte che attendono di essere scoperte con una gita in barca. Il piccolo agglomerato di case bianche dal fascino malinconico in prossimità del porticciolo rappresenta l’unica parte dell’isola urbanizzata, quasi schiacciata dalla natura imponente che lo circonda, con pochi ristoranti e le case dei pescatori, che spesso si trasformano in alloggi per i visitatori. È l’isola dei camminatori, di chi cerca un contatto autentico con la natura.

E poi c’è Levanzo, l’isola più piccola dell’arcipelago delle Egadi, il buen retiro per eccellenza dove godere della lontananza dal caos ed abbandonarsi ai ritmi isolani. Qui il tempo scorre lento, scandito dalle attività dei pescatori, che ci conducono volentieri alla scoperta di calette suggestive come Cala del Faraglione, Cala Tramontana o Cala Fredda. Alla bellezza del mare si aggiungono importantissime testimonianze dell’epoca preistorica, custodite all’interno delle grotte dell’isola, capaci di farci viaggiare indietro nel tempo.

E’ giunto il momento di iniziare il nostro viaggio attraverso 7 imperdibili mete nelle isole di Favignana, Marettimo e Levanzo.

Le meravigliose spiagge di Favignana: Cala Rossa, Cala Azzurra e Cala del Bue Marino

A Favignana, dove il mare non finisce mai di stupire né di incantare, troviamo Cala Rossa stabilmente nella top ten delle classifiche che premiano ogni anno le più belle spiagge d’Italia. Il nome deriverebbe dalla sanguinosa battaglia combattuta tra Cartaginesi e Romani nel corso della prima guerra punica (241 a.C.), che tinse di sangue queste splendide acque.
Vi si accede tramite una strada asfaltata, al termine della quale inizia un sentiero sterrato che in una decina di minuti vi condurrà in un posto da sogno. La candida scogliera che sovrasta un mare dal colore così azzurro e limpido da sembrare finto, con Levanzo che si staglia sullo sfondo, è un’immagine indelebile che rimarrà scolpita nella vostra memoria. Una parte della spiaggia ospitava in passato una cava di tufo; anche qui l’opera dell’uomo ha contribuito a creare suggestivi scenari, tra rocce squadrate e piscine naturali. Recatevi a Cala Rossa al mattino presto e se possibile fuori stagione, prima che sia presa d’assalto dai turisti e dall’incanto si passi rapidamente all’incubo.
Anche Cala Azzurra, con il turchese del suo mare è una delle mete più ambite di Favignana, adatta a tutti, anche alle famiglie con bambini. Si trova a sud-est dell’isola ed è formata da due piccole spiagge speculari, separate da una fila di scogli.
Tra le tappe immancabili vi è poi la spiaggia del Bue Marino, così chiamata perché qui un tempo vivevano le foche monache. Situata nell’estremità orientale di Favignana e spesso lambita da correnti, deve il suo fascino alla particolare scenografia del paesaggio, ancora una volta caratterizzato dalle cave, che qui assumono il profilo di enormi case di pietra color ocra dalle porte gigantesche, all’ombra delle quali trovare un fresco e piacevole riparo nelle ore più calde. La bianchissima scogliera sottostante invita a tuffi rigeneranti tra le sue acque cristalline.

Il “Giardino dell’impossibile” di “Villa Margherita a Favignana

Non lontano dalla celebre Cala Rossa ed immerso nella quieta campagna di Favignana, sorge il “Giardino dell’Impossibile”, l’esempio più rappresentativo di trasformazione di una ex cava di tufo in un luogo affascinante ed in perfetta simbiosi con la natura.
Questo meraviglioso giardino mediterraneo delimitato ed incorniciato da alte pareti di calcarenite che ne esaltano la bellezza, creando un percorso quasi labirintico e misterioso, ospita più di quattrocento specie di piante.
Un perfetto e riuscitissimo esperimento di recupero di un’ambiente destinato a diventare una discarica, fortemente voluto da Maria Gabriella in memoria del padre, ex pirriatore. La visita di questo luogo, intimo e maestoso nello stesso tempo, diviene un momento dove abbandonarsi all’esplorazione e alla contemplazione, immersi in un silenzio e in una pace che a Favignana sono uno di quei rari tesori da custodire.

Esplorare Le grotte di Marettimo

Raggiungibili solo via mare, le grotte di Marettimo sono tra i gioielli più preziosi di quest’isola dal fascino selvaggio. I misteriosi nomi attribuiti dai suoi abitanti disvelano il proprio significato come un’improvvisa epifania nel momento in cui vi si accede. E i molteplici blu delle acque che si celano dentro ogni grotta ogni volta ci appaiono, erroneamente, non raggiungibili da quella successiva. Tra le famose la grotta del Cammello, dove fino agli anni trenta vivevano le foche monache, la grotta della Pipa e del Presepio, quest’ultima contenente stalattiti e stalagmiti che ricordano le statuine del Presepio. Sotto Punta Troia, la grotta del Tuono ricorda il fragore di un tuono ogni volta che le onde vi si infrangono dentro. La grotta della Bombarda è, invece, nota per il soffio che si crea durante le mareggiate all’interno di una fessura. Infine, I ruttiddi, le “piccole grotte” dove nuotare all’interno di un tunnel di 40 metri che conduce alla romantica grotta degli innamorati.

L’ex Stabilimento Florio della Tonnara di Favignana

Ripercorrere le origini della Tonnara dei Florio significa non solo fare un tuffo nella storia degli ultimi duecento anni di Favignana, ma conoscerne anche tradizioni, cultura e riti, come quello della mattanza, che l’hanno permeata e fortemente caratterizzata a livello socio-economico.
Favignana fu acquistata insieme alla sua piccola tonnara dalla celebre dinastia imprenditoriale dei Florio nel 1874, dietro pagamento di un’ingente somma ai precedenti proprietari, i genovesi Pallavicini. In pochi anni venne costruita quella che divenne ben presto la tonnara più grande del Mediterraneo, dove ottocento dipendenti, provenienti anche dalle vicine isole, lavoravano alla trasformazione e conservazione del tonno. Nel mese di maggio, infatti, avveniva la “mattanza”, un vero e proprio rituale durante il quale il raìs coordinava le operazioni di cattura dei tonni, scandite a ritmo di “cialoma”, l’antico canto dei tonnaroti. Del tonno, dopo il dissanguamento, veniva conservato tutto. E furono proprio i Florio a presentare all’esposizione universale del 1891-92 l’invenzione della scatola di latta in cui veniva conservato il tonno. Fu un enorme successo che segnò la fortuna della famiglia, nonché il riscatto economico per gli abitanti dell’isola, e che proseguì ben oltre il declino dei Florio, fino al 2007, anno in cui lo stabilimento venne chiuso. Oggi è sede di un museo che raccoglie memorie, segreti e storie dell’isola, tra cui quelle di Zio Peppe, attuale custode della tonnara.

Il Sentiero per Pizzo Falcone (686 m) e Punta Troia (116 m) a Marettimo

Tra i sentieri più entusiasmanti che attraversano l’isola, il percorso che conduce alla cima di Pizzo Falcone ripaga la fatica dei suoi quasi 700 metri di dislivello con un meraviglioso panorama, di quelli che solo le vette delle isole sanno regalare.
Si parte dal centro di Marettimo in prossimità del ristorante “Il Veliero”, da qui si segue la segnaletica e in breve tempo si sale di quota a zig-zag tra pittoreschi scorci panoramici sul paese e sul porto. Dopo circa 45 minuti si giunge al sito archeologico di Case Romane (243m), dove potrete visitare l’antica chiesa Bizantina e i resti di un castrum romano, oltre a rinfrescarvi approfittando della fontana. Si continua l’ascesa attraverso lentisco, erica, euforbia e con un po’ di fortuna potrete scorgere i mufloni in lontananza. Seguendo le frecce sulle grandi rocce si raggiunge Pizzo Falcone, dove il vento accarezzerà i vostri volti mentre contemplerete in primo piano Levanzo e Favignana a est, sullo sfondo la costa siciliana con la punta di S.Vito lo Capo e Marsala, Pizzo Campana, la seconda vetta dell’isola (630 m) a sud, infine la parte più inaccessibile e selvaggia dell’isola, un profondo vallone dolomitico, a ovest.
Ripercorrendo il sentiero in senso inverso, a metà del percorso si prende la deviazione a mezza costa in direzione Punta Troia. Attraversato l’istmo, il sentiero con diversi sali e scendi diventa più impervio, ma la vista è mozzafiato. Un bagno rigenerante nelle limpidissime acque della spiaggia di Scalo Maestro e poi dritti verso Punta Troia (116m), un’ex torre di avvistamento araba divenuta castello sotto gli Spagnoli, tristemente destinata a divenire carcere di massima sicurezza come il Castello di Santa Caterina a Favignana. A strapiombo sul mare, ospita oggi il Museo delle Carceri e l’osservatorio della foca monaca. Tramite lo stesso sentiero si rientra al paese.

Degustare le prelibatezze ottenute dalla lavorazione del tonno

Le tonnare non hanno avuto solo un impatto determinante sullo sviluppo economico delle Egadi, ma ne hanno anche profondamente influenzato la cultura ed il patrimonio gastronomico.
Del tonno non si butta via niente: data la sua versatilità viene declinato in numerose specialità, a cui non potrete rinunciare se volete rendere l’esperienza alle Egadi più completa ed appagante. A partire dalla pregiata ventresca, la parte inferiore della pancia che viene conservata sott’olio ed essendo più grassa risulta più morbida e saporita. Vi è poi il tarantello, che corrisponde ai muscoli retro-addominali del tonno, in una scala di morbidezza a metà strada tra filetto e ventresca. Ed ancora la famosa bottarga, apprezzatissimo prodotto ottenuto dalle uova del tonno salate ed essiccate, da gustare grattugiata sulla pasta oppure tagliata a fette.
Il lattume è realizzato dalla lavorazione del liquido seminale del tonno che viene salato, pressato e fatto maturare per 40 giorni circa. Si ottiene così un gustoso salume da consumare tagliato a fette e condito con olio; nello stesso modo viene preparato il cuore, il primo scarto della lavorazione. Non possiamo dimenticare la ficazza, un ottimo salame preparato con la parte grassa del tonno posta vicino alla pancia, la polpa del dorso, ritagli e organi interni, la cosiddetta “busunagghia”. Di colore marrone scuro, viene utilizzata nelle insalate, oppure condita con olio e limone o ancora come condimento della carbonara di pesce.

La grotta del genovese e i fondali ricchi di storia a Levanzo

Scoperta nel 1949, la grotta del genovese offre uno degli esempi più importanti al mondo di arte parietale con trentadue incisioni e un centinaio di raffigurazioni di uomini, animali e della pesca del tonno risalenti al paleolitico e neolitico. Vi si accede percorrendo una mulattiera dal porto oppure in barca.
Levanzo è, inoltre, un sito straordinario per le immersioni, particolarmente emozionanti per la presenza di relitti e resti di epoca romana. Più precisamente, nel sito di Cala Minnola potrete osservare il relitto di una nave che sarebbe appartenuta ad una famiglia romana produttrice di vini che viveva in Campania e che affondò in queste acque lasciando sui fondali anche 80 anfore romane adatte al trasporto di vino.
Un altro sito molto interessante è Capo Grosso. Qui durante la prima guerra punica i Romani tesero un agguato ai Cartaginesi provenienti da Marettimo ed oggi è possibile osservare undici rostri romani, diverse anfore e reperti in ferro e terracotta.

Lasciatevi condurre dal desiderio di bellezza e dalla voglia di scoperta: le Egadi vi attendono per un’esperienza che vi conquisterà.

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